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Prime Esperienze

Il casolare dell'amicizia


di cris35
27.04.2021    |    16.249    |    5 9.7
"Alberto si accorge della cosa e mette in pausa il film, i mugugni non mancano, e tutti rivolti verso di me, mi chiedono se ne avessi mai visto uno prima, ..."
La scelta che i miei genitori hanno fatto, quella di trasferirsi in un piccolo paesino dell’entroterra Padovano, non ha tenuto conto dei desideri, dei progetti che avevo io per il mio futuro, non ha tenuto conto dei primi bollori adolescenziali, delle amicizie che in questa età vanno a cementarsi, e cosi, da un giorno all’altro mi sono ritrovato solo, senza gli amici d’infanzia , senza la ragazzina che tanto mi piaceva e che ricambiava la mia simpatia….
Così, dalla grande città , mi ritrovo a vivere in un paesino di trogloditi, dove non hanno idea di cosa sia la tecnologia, nel senso che qui non esiste nemmeno una connessione internet, non dico la fibra, ma nemmeno una connessione proprio.
Si va a scuola a piedi, con la cartella, la merenda è pane e salame, il pomeriggio si va sui campi a dare una mano ai genitori a coltivare la terra e se va di lusso si scambiano due tiri ad un pallone fatto di stracci….
Non nascondo una certa depressione sopraggiunta, non riesco ad ambientarmi, il dialetto è incomprensibile, i miei compagni di classe mi guardano come fossi un alieno, perché effettivamente diverso da loro lo sono, nei tratti fisionomici, nel vestire, nel parlare, nell’essere in tutto e per tutto…
Il tempo passa, lento e inesorabile, sono sempre solo, guardo dalla finestra della mia camera questa distesa di niente, perché niente c’è, campi coltivati, da destra a sinistra, fino all’orizzonte, che tristezza…
I miei si sono trasferiti per aprire un agriturismo, che ad essere onesti, si sta avviando parecchio bene, il fine settimana è sempre tutto prenotato, sia a pranzo che a cena, il loro lavoro viene ripagato, li vedo felici, loro…
È inizio settimana, lunedì o martedì non ho la più pallida idea, i giorni sono purtroppo tutti uguali, seduto in ultima fila in classe, il mio vicino di banco mi allunga un fogliettino tutto spiegazzato, con scritte testuali parole:
OGGI POMERIGIO VIENI CASA DA MI CHE CI SIAMO TUTTI A FESTEGIARE IL MIO COMPLEANO
A parte il rabbrividire nel vedere l’assenza delle doppie, lo stupore è stato più che altro nel ricevere un invito da quelli che non ho mai calcolato per tutti questi mesi, nella speranza che i miei genitori ritornassero sui loro passi….
Niente, quindi rientro a casa e un tantino riluttante rendo partecipe i miei dell’invito per il pomeriggio, la loro reazione è stata di commozione, mi hanno abbracciato e si sono detti felicissimi del fatto che avessi iniziato ad integrarmi, e per la prima volta mi trovo a pensare che forse val la pena almeno provarci.
La casa del mio compagno dista quattro campi da casa nostra, con la bicicletta ci metto un attimo ad arrivare, sono il primo, Alberto mi accoglie a braccia aperte e mi presenta tutta la sua famiglia, persone gentilissime che mi fanno sentire subito a mio agio, dopo i primi convenevoli comincio a sciogliermi e a dire qualche parola oltre ai SI e ai NO, e mentre parliamo dell’attività dei miei genitori, sentiamo un frastuono assordante, è Michele che arriva col trattore del padre con a bordo altri due compagni di classe, non riesco a stare serio nel vedere questa scena, Michele si giustifica dicendo di essere stato in ritardo e che per far prima aveva preso in prestito dal padre il primo mezzo a disposizione e aveva trovato gli altri due per strada che non hanno disdegnato un passaggio…
Siamo noi cinque, Alberto ci porta sul retro della casa dove c’è un prato ben curato con una porta da calcio, iniziamo a giocare alla tedesca, mi sento impacciato, il gioco reale non è assolutamente come la Play, ma i miei compagni sono altrettanto scarsi, e le prese in giro non mancano, confesso che il pomeriggio sta scivolando via spensierato, da tempo non mi sentivo così bene….
Stanchi dopo un paio d’ore di gioco, ci fermiamo per la torta, fatta in casa, buonissima, che in un attimo finiamo, poi il festeggiato ci propone una passeggiata per i campi, cosa che i miei compagni aspettavano con una certa impazienza vista la reazione, ma che a me non diceva sinceramente niente, e non potendomi rifiutare, decido di unirmi, chissà che non esca una cosa piacevole come lo è stato il pomeriggio fino adesso.
Camminiamo per un paio di chilometri, raggiungiamo un casolare all’apparenza abbandonato, ma che in realtà cela al suo interno un ambiente carino e accogliente, con due divani consunti ma puliti e in ordine, un tavolo, una dispensa con alcune cibarie, un televisore con una strana scatola sul retro, un altro marchingegno che poi ho scoperto essere un videoregistratore, io resto sulla soglia a guardare incantato l’interno, mentre gli altri si accomodano sul divano e mi fanno cenno di raggiungerli, Alberto prende dalla dispensa delle lattine di coca cola e ce le porge, poi prende una cosa nera e la infila nel videoregistratore, tutti si zittiscono e dalla TV partono le prime immagini, un po’ sgranate, di scarsa qualità anche, ma dopo i primi secondi mi trovo a guardare un uomo nudo con il pene eretto e una donna che inginocchiata davanti a lui glielo prende in bocca, d’istinto mi copro gli occhi, non ho mai visto una cosa del genere, mentre i miei compagni e nuovi amici sono con le bave alla bocca intenti a guardare la scena.
Alberto si accorge della cosa e mette in pausa il film, i mugugni non mancano, e tutti rivolti verso di me, mi chiedono se ne avessi mai visto uno prima, alla mia risposta negativa, una sonora risata è scoppiata tra tutti, rendendomi ancora una volta inadatto e fuori luogo, Michele, capita la situazione, ha bacchettato gli amici e mi ha detto di godermi il film senza preconcetti e soprattutto senza vergogna, il fatto che fossi lì con loro significava che avevano fiducia in me e che volevano che io facessi parte dei loro pomeriggi ludici, di sentirmi libero di fare quello che mi sentivo, anche di andarmene, solo se mi fossi ricordato la strada per tornare, altrimenti avrei potuto aspettare semplicemente fuori.
Incuriosito ho scelto di continuare, perché nel frattempo piccole scosse al basso ventre mi hanno fatto capire che potesse essere una cosa piacevole.
Il film riparte, la scena prosegue con i due che si aggrovigliano in diverse posizione, con lui che alla fine punta il suo attrezzo sulla bocca di lei e spara una quantità esagerata di liquido bianco, cosa che lei sembra apprezzare, il tutto contornato da un forte applauso del pubblico presente in sala…
Sono imbambolato a guardare questa scatola trasmettere queste immagini, e non mi accorgo che i miei compagni nel frattempo si sono tirati giù i pantaloni, comprese le mutande, e svettano orgogliosi le proprie erezioni, facendo commenti sulle dimensioni dell’uno piuttosto che dell’altro, di come siano cresciuti rispetto all’ultima volta, e sento una certa soggezione, i loro sguardi sono tutti su di me, unico vestito, con l’intenzione di rimanerci anche, anche se il mio pene non sarebbe della stessa opinione, lo sento spingere, lo sento chiedere libertà, reclama aria, sono travolto da una serie di nuove sensazioni che non so gestire…
“Hai paura? “ mi chiede Alberto
“Non so nemmeno io sinceramente” rispondo io
“Non pensare troppo, lasciati andare e vedrai che ti divertirai! “
Senza poter ribattere, mi ritrovo con i pantaloni e le mutande calati alle caviglie, la sensazione di libertà che provo mi piace, un cenno d’intesa tra tutti e cinque e si riparte col film, mi risiedo sul divano e guardo, il film e i miei compagni, alterno le due cose, vedo che si accarezzano ognuno il proprio pene, guardando fissi lo schermo che proietta senza sosta scene di sesso, eccitanti, senza rendermene conto la mia mano scende e comincia ad accarezzare l’asta, un lento movimento che mi da calore, tanto che sento le gote arrossarsi, vedo i miei compagni aumentare il ritmo, andare sempre più veloci, tutti rossi in viso, sempre con lo sguardo rivolto verso la tv, e vedo il primo schizzare, come nel film, seguito da un urlo di approvazione del resto dell’assemblea, poi il secondo, il terzo e il quarto assieme, poi tutti a guardare me, rosso fuoco in faccia, con questo braccio che sembrava stantuffare come un treno a vapore, che mi regala scariche elettriche una dietro l’altra ma che non fa fuoriuscire niente, alla fine esausto mi arrendo, allargo le braccia e tutto sudato cerco di recuperare fiato, un lungo applauso mi riporta alla realtà, gli amici si complimentano con me, per essermi finalmente lasciato andare, per essermi unito al gruppo, mi fanno tutto un discorso sul come fossero dispiaciuti che io non vedessi in loro dei potenziali amici, che me ne stessi sempre per i fatti miei, che non facessi mai dei passi verso loro….
Col senno di poi posso dire di aver sprecato tempo, perché per la prima volta dopo tempo mi sento parte di un gruppo, e sono felice di esserlo.
Sistemiamo tutto e poi torniamo indietro, e strada facendo mi raccontano di come abbiano iniziato, prima Alberto e Michele, poi man mano gli altri non appena ritenuti pronti, ed oggi è arrivato il mio turno, mi dicono anche che questo è l’inizio e uno dei giochi che fanno, che un po’ alla volta verrò coinvolto, anche se a me sembrava già tanto quanto successo oggi…
Torno a casa col sorriso, come entro a casa trovo i miei genitori che mi guardano, corro loro incontro e li abbraccio, per la prima volta da che ci siamo trasferiti, e come un fiume in piena racconto loro come abbiamo passato il pomeriggio, omettendo solo la parte del film, perché questo, ci siamo promessi è il nostro segreto, finalmente mi rendo conto che dopo mesi i miei genitori sono tornati a sorridere anche con gli occhi…
Dopo cena mi distendo a letto, stanco, era da molto che non giocavo, sono stanco, la mente mi porta al pomeriggio, a tutte le scene del film, una dopo l’altra, un’altra erezioni mi prende, la mano che scende, mi accarezzo, penso a cosa potrà mai aspettarmi la prossima volta, una nuova vampata di calore, mi rilasso, scosto la mano, chiudo gli occhi, mi faccio avvolgere dai piaceri della notte, l’ultimo pensiero è quello che sarò finalmente felice di andare a scuola il giorno dopo….

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